Arriva una lieve sorpresa dal report sull’inflazione USA, che evidenzia un inatteso ribasso in tutte le principali componenti, facendo così rimbalzare all’indietro il dollaro dopo i forti guadagni di inizio settimana.
Nel mese di aprile i prezzi al consumo sono saliti del 2,3%, meno delle attese che scommettevano su un aumento del 2,4. Si tratta dell’incremento più debole da febbraio 2021. Su base mensile il rialzo è stato dello 0,2%, anche in questo caso inferiore rispetto alle previsioni del mercato.
L’inflazione core, quella al netto di energia e alimentari, è rimasta stabile al 2,8% su base annua, al minimo di quattro anni (su base mensile è stata dello 0,2%).
I numeri dell’inflazione tolgono pressione alla Federal Reserve, che potrebbe prendere in considerazione tagli al costo del denaro nelle prossime riunioni. Tuttavia gli aggiustamenti di prezzo più consistenti, quelli legati ai dazi, dovrebbero manifestarsi soltanto nei prossimi mesi. Per questo la FED potrebbe rimanere cauta e attendista nel breve periodo. Ecco perché i mercati che ora assegnano una maggiore probabilità che il primo taglio dei tassi avvenga a settembre.
Il dollaro così torna a fare dei passi indietro. Il scende verso 101,2, bruciando gran parte dei guadagni accumulati ieri. Risalgono con vigore sia l’ che l’ e l’.
Gli investitori hanno inoltre continuato a valutare l’impatto del rollback dei dazi USA-Cina annunciato di recente, che riduce temporaneamente i dazi rispettivamente al 30% e al 10% per un periodo di 90 giorni, nell’ambito della ripresa dei negoziati commerciali.