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VOLATILITà, che cos’è e perché è importante nel TRADING

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Trading e volatilità: significato e modo di sfruttare uno dei principali strumenti che misura il grado di rischio di un investimento

Quando sui mercati regna l’incertezza e si verificano turbolenze economiche, spunta fuori il concetto di VOLATILITA’.
Ma esattamente che cos’è la volatilità?

Cercheremo di spiegare il concetto nel modo più semplice e banale possibile, evitando formule e complesse indagini matematiche.

Definizione: che cos’è la volatilità

Possiamo dire che la volatilità è lo scostamento del prezzo (o del rendimento) rispetto al valore che mediamente ha avuto in un certo periodo.
In termini più semplici, la volatilità misura con quanta intensità il prezzo sta oscillando.

Si dirà quindi che un mercato è MOLTO VOLATILE se il prezzo oscilla repentinamente in un lasso di tempo.
Guarda adesso questo esempio tratto dalla piattaforma :

valute-volatili.jpg

Si vede chiaramente come è “isterico” l’andamento della coppia Dollaro-Lira Turca: il prezzo schizza tra alti e bassi, cambiando direzione anche in brevissimi lassi di tempo.
Non a caso, la coppia Dollaro-Lira Turca rientra tra le coppie di valute più volatili.

Come vedremo in seguito, la coppia Euro-Dollaro invece è una di quelle a minore volatilità, perché le sue oscillazioni di prezzo non sono mai così feroci.
Ma ci torneremo tra poco…


Volatilità e rischio dell’investimento

Chiarito che cos’è la volatilità, dobbiamo sottolineare che si tratta di un concetto molto importante, giacché si traduce in sostanza in un maggiore/minor rischio del proprio investimento.

Per evidenziarlo, ti mostriamo questo altro esempio…

valute-volatili-alta-bassa.png
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )

Come puoi notare, decidere di COMPRARE lungo il tratto A potrebbe darti un grosso profitto in brevissimo tempo (parliamo di 2000 pips in meno di 24 ore).
Ma al tempo stesso, commettere un passo falso – ad esempio COMPRARE quando sta iniziando il tratto B – potrebbe generare una brusca perdita (ecco perché è importante utilizzare sempre lo STOP LOSS).

Ecco perché UN ASSET MOLTO VOLATILE è più “ESTREMO”: potrebbe procurarci forti guadagni, ma pure esporci a gravi perdite, come abbiamo appena visto nell’esempio sulla piattaforma di investimento .

Al contrario, un ASSET A BASSA VOLATILITA’ è tendenzialmente meno rischioso, perché è più stabile e ha fluttuazioni di prezzo contenute.

Proprio per questo motivo, la volatilità di un asset finanziario DEVE ESSERE sempre tenuta in considerazione dagli investitori, in modo da gestire il rischio del proprio portafoglio.
MESCOLANDO ATTIVITA’ A MAGGIORE E MINORE VOLATILITA’, I TRADER BILANCIANO IL RISCHIO COMPLESSIVO (o almeno ci provano).


A ognuno la sua volatilità…

Esiste un valore assoluto più o meno “buono” di volatilità?
NO, anche se è opinione diffusa parlare di bassa volatilità quando il prezzo oscilla del 3-4% l’anno, mentre di alta volatilità se il prezzo oscilla di oltre il 15-20%.

Tuttavia, come si vede dal grafico qui sotto, la volatilità cambia a seconda del tipo di asset (azioni, obbligazioni, valute, commodities).
Solitamente le azioni sono quelle a volatilità media più alta, e comunque molto più alta delle obbligazioni. Le criptovalute come Bitcoin raggiungono invece livelli di volatilità spaventosi.

volatilita-asset-class.jpg

Volatilità variabile anche in uno stesso settore

A questo punto va fatta però una precisazione molto importante: all’interno dello stesso comparto azionario, esistono azioni a maggiore e minore volatilità. Settori storicamente più volatili di altri sono ad esempio quello farmaceutico o quello energetico, che possono avere titoli con una volatilità media anche del 35%.

Anche tra le coppie di valute ci sono quelle a maggiore o minore volatilità. Se vuoi approfondire questo tema, ti suggeriamo di leggere l’articolo sulle coppie più volatili Forex.
Insomma, non si può mai fare di tutta l’erba un fascio.

Questo ci fa capire una cosa importante: per ridurre la volatilità complessiva del proprio portafoglio, l’investitore farebbe sempre bene a ripartirlo in un numero adeguato di strumenti diversi, possibilmente non correlati tra loro.


Il calcolo della volatilità

Non c’è un solo modo per calcolare la volatilità. Dipende anche dal fine che ci si propone.
A) La volatilità storica, si calcola sulla base dei dati storici, perché si ipotizza che nell’oscillazione di un prezzo ci sia in qualche modo una sorta di continuità tra passato, presente e futuro.
B) La volatilità attesa, si calcola per immaginare quale sarà verosimilmente la volatilità futura (tramite modelli matematico-statistici) e quindi il potenziale rischio che potremmo correre in futuro.

Sulle piattaforme di trading sono presenti diversi indicatori il cui scopo è proprio quello di darci una rappresentazione della volatilità.
Ti rimandiamo pertanto all’articolo dove si parla dei migliori indicatori di volatilità.


Conclusioni

Per quanto abbiamo detto in questo articolo, si sarà compreso bene quanto sia importante la volatilità per i trader. Ciò vale soprattutto per gli investitori che utilizzano strategie di trading intraday, ovvero coloro che operano sulle variazioni dei movimenti di prezzo di un asset nell’arco di brevi periodi temporali.
Se non ci fossero quelle piccole variazioni, non ci sarebbe nessun profitto.

Come abbiamo avuto modo di ribadire diverse volte, la elevata volatilità rappresenta un’occasione ma anche una grossa insidia. Ci espone infatti al rischio di maggiori perdite.
Precisiamo infine che il grado di rischio di un investimento non si misura soltanto con la volatilità, che è solamente uno dei modi per farlo. Sicuramente quello più conosciuto. Però non è sufficiente da sola per dare tutte le informazioni necessarie ma è un valido punto di partenza.
Buon trading!

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