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Crisi in Medioriente spinge ORO e PETROLIO. Gold sui massimi di 7 anni, Brent oltre 70$ al barile

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La situazione tesa dopo l'uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani favorisce la corsa dell'oro giallo e nero

Volano le commodities, sulla scia della situazione tesissima in Medioriente scatenata dall’uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani. I mercati temono che gli eventi vadano fuori controllo e così vendono il rischio, mentre acquistano (beni rifugio per eccellenza), ma anche il petrolio (per il rischio di crolli dell’offerta).

Oro vicino ai 1600

L‘oro in volata si avvicina ai prezzi massimi dal 2013, ovvero in quasi sette anni, attorno a 1,588 dollari per oncia.
Come avevamo detto qualche giorno fa, il breakout del flag pattern potrebbe aver riacceso il nuovo trend rialzista primario cominciato dai 1,270 visti in Aprile-Maggio.
Il retest dei massimi a 1,555 è stato superato in volata, come vediamo sulla webtrader .

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Brent oltre la soglia psicologica

Schizza anche il petrolio. Il si è affacciato oltre la soglia psicologica dei 70 dollari al barile, raggiungendo un massimo a 70,74 dollari.
Il ha toccato i 64,73 dollari, ritoccando i massimi di aprile raggiunti venerdì.

Il fatto che non si sia ancora verificata un’interruzione dell’offerta, ha limitato i guadagni per gli speculatori. Ma quando l’Iran si vendicherà, come ha promesso, la disponibilità di petrolio potrebbe andare in crisi e il greggio potrebbe ancora allungare. Il rialzo della materia prima intanto non ha impedito il calo di Aramco, lo scrigno del greggio saudita, che ha chiuso gli scambi a Riyad in calo dell’1,7%, ai minimi dall’Ipo, a conferma dell’incertezza che domina nella regione.

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