Il peso della variante Delta sul sentiment degli investitori, sta penalizzando in generale tutti gli asset rischiosi. Ma chi esce penalizzato è il dollaro neozelandese, che dopo un paio di giorni di guadagni, torna ad accusare un pesante calo contro l’omologo americano.
La coppia NZDUSD è infatti scesa sotto 0,695, prima di recuperare quota, ma si è comunque riavvicinata al minimo di 8 mesi toccato pochi giorni fa, dopo che il tentativo di recupero si è fermato sulla soglia dei 7,000 (fonte grafica broker ).
Il cambio si è imbattuto nella resistenza rappresentata dalla EMA200 (e anche dalla trendline), che ha posto un ostacolo invalicabile.
Gli investitori rimangono preoccupati che la diffusione della variante delta delta, altamente contagiosa, possa far deragliare la ripresa economica globale.
La propensione al rischio ha risentito delle notizie sulle vendite di nuove case unifamiliari negli Stati Uniti (diminuite per il terzo mese consecutivo) e dall’intenzione della Casa Bianca di non alleviare le restrizioni di viaggio.
Sul dollaro neozelandese pesano però anche i dati locali. L’eccedenza commerciale della Nuova Zelanda è precipitata a 261,4 milioni a giugno, da 472,6 milioni dell’anno precedente. Questo perché le esportazioni sono cresciute del 17% mentre le importazioni sono aumentate del 23,5%.
Adesso i mercati finanziari attendono ora l’esito della riunione della Fed statunitense di mercoledì.
