Continua ad esserci molta pressione sullo Yuan cinese. L’economia del paese del Dragone è in difficoltà (crescita del 6,7%) e molte nubi si addensano per il futuro. Intanto lo yuan scende al minimo sul dollaro dal settembre 2010 (). La banca centrale cinese ha fissato la parità sul biglietto verde a 6,7690, in calo di 132 punti base rispetto a venerdì.
Pesano le aspettative riguardo l’aumento dei tassi di interesse della Federal Reserve (che dovrebbe arrivare a dicembre) e la forza del dollaro.
Va anche aggiunto che secondo gli analisti, la situazione dello Yuan non volge al miglioramento di qui a breve, anzi. Inoltre – come sottolinea Bloomberg – la debolezza dello Yuan ha creato un effetto domino su altre valute asiatiche (come il won sud-coreano, il dollaro di Taiwan e il ringgit malese) che sono anche loro in calo sul dollaro.
Un dirigente della Banking Group Ltd ha evidenziato che «non sembra esserci alcun segnale di un intervento concertato per arginare la debolezza dello yuan. C’è il rischio concreto che le pressioni possano ulteriormente pesare sulla valuta cinese». Un fiume di capitali (44,7 miliardi di dollari) è fuoriuscito dalla nazione il mese scorso, secondo i dati pubblicati sul sito web State Administration of Foreign Exchange.
Secondo molti analisti, per lo Yuan si prospetta un percorso accidentato entro la fine del 2016. SocGen segnala un possibile declino nei prossimi 2 o 3 mesi del cambio , mentre Deutsche Bank sostiene che il periodo novembre-gennaio sarà particolarmente stressante a causa della domanda stagionale per i dollari in Cina.
