La Reserve Bank non cambia rotta alla sua politica monetaria. Nel meeting della scorsa notte, l’istituto centrale australiano ha confermato i tassi ai minimi storici allo 0,10%, dopo averli ridotti di 15 punti base a novembre. Il programma di quantitative easing avrà un valore di 100 miliardi di Aud, per pompare più liquidità nel mercato.
I responsabili politici hanno affermato che l’attuale politica monetaria continua ad aiutare l’economia grazie a costi di finanziamento molto bassi, contribuendo inoltre a tenere il tasso di cambio sotto controllo. Tuttavia hanno aggiunto che “la Banca è pronta ad apportare ulteriori aggiustamenti ai suoi acquisti in risposta alle condizioni di mercato, ed a fare di più se necessario“.
Secondo il governatore Philip Love la ripresa dell’economia australiana sta procedendo bene e l’espansione sta avvenendo in modo più spedito di quanto previsto. La banca centrale ha ribadito che non aumenterà il tasso di interesse fino a quando l’inflazione non sarà sostenibilmente entro l’obiettivo del 2-3%, condizioni che non prevede di essere soddisfatte almeno fino al 2024.
Riguardo al PIL, la RBA prevede una crescita del 3,5% nel corso del 2021 e del 2022.
Nel frattempo, il tasso di disoccupazione dovrebbe diminuire, con lo scenario centrale intorno al 6% alla fine del 2021 e al 5,5% alla fine del 2022.
Dopo la decisione della RBA, il dollaro australiano viaggia su 0,775 contro il collega americano (). Dopo aver raggiunto i massimi di 3 anni oltre 0,80, il timore dell’inflazione negli ultimi giorni ha spinto verso l’alto i rendimenti dei titoli di Stato, mettendo sotto pressione le valute più rischiose. L’ ha così ripercorso la strada al ribasso.
