Nessun ritocco al tasso di interesse in Australia. Come previsto dai mercati, la Reserve Bank ha lasciato il costo del denaro al 3,60% – il minimo da aprile 2023 – per la terza riunione consecutiva, con una decisione unanime.
I policy makers australiani hanno avvertito che l’inflazione, benché sia notevolmente scesa rispetto al picco del 2022, mostra una certa persistenza mentre il mercato del lavoro rimane teso, con la disoccupazione in leggero aumento. Tuttavia eventuali altri interventi di politica monetaria dipenderanno dai dati economici in arrivo.
La RBA ha quindi prolungato la pausa iniziata dopo l’ultimo taglio di luglio, ma la governatrice Michele Bullock ha segnalato una posizione più hawskish, affermando che la banca centrale è più propensa a mantenere invariati o addirittura alzare i tassi il prossimo anno, piuttosto che tagliarli.
I mercati stanno scontando il 12% di probabilità di un aumento dei tassi nella riunione del 3 febbraio, ma il 50% che salgano entro maggio. La maggior parte degli economisti intanto considera ormai concluso il ciclo di allentamento monetario.
L’attenzione si sposta ora sul rapporto sul mercato del lavoro di giovedì per ulteriori indizi sulla dinamica di fondo dell’economia.
La posizione aggressiva della RBA ha spinto il dollaro australiano rispetto a quello americano. Il cambio è salito a circa 0,66, rimbalzando rispetto alla sessione precedente. La valuta australiana è in trend rialzista dalla fine di novembre, dopo aver trovato supporto sulla media mobile a 200 periodi (0,644) ha cominciato a correre tagliando anche la media mobile a 50 periodi, cosa che ha inviato un messaggio rialzista al mercato.
Nel frattempo il rendimento dei titoli di Stato australiani è salito a circa il 4,75%, il livello più alto da novembre 2023.

















