I deboli dati sulla crescita economica e un potenziale stimolo fiscale su larga scala in Giappone aumenta la pressione sullo yen, che si aggira sui minimi di 10 mesi rispetto al dollaro.
Gli ultimi dati hanno mostrato che l’economia nazionale si è contratta dell’1,8% nel terzo trimestre. Ha pesato soprattutto il calo delle esportazioni dovuto ai dazi statunitensi. Sebbene inferiore alle aspettative, è comunque la prima contrazione in sei trimestri.
Per rilanciare l’economia, la premier Sanae Takaichi potrebbe varare un pacchetto di sostegno da 17.000 miliardi di yen o più (più alto di quello dello scorso anno), e questo solleva delle preoccupazioni per il già elevato debito pubblico giapponese.
I mercati hanno anche ipotizzato che la Takaichi inviterà alla cautela la Bank of Japan, spingendola a rinviare gli aumenti dei tassi di interesse.
In questo senso è stato importante l’incontro tra la premier e il governatore della BoJ Kazuo Ueda, per decidere come gestire l’espansione fiscale e le pressioni valutarie. Intanto il Ministro delle Finanze Satsuki Katayama ha espresso preoccupazione per l’impatto economico di una valuta più debole.
Nel frattempo lo Yen che viaggia verso 155 per dollaro, restando vicino al livello più basso degli ultimi 10 mesi. Il cambio è in trend rialzista dal mese di aprile, ma ha accelerato la corsa nelle ultime settimane. Il recente passaggio della media mobile a 50 periodi oltre quella a 200 periodi ha inviato un messaggio tecnico rialzista al mercato.
Anche i titoli di Stato a lunghissimo termine (JGB) sono stati duramente colpiti questa settimana (con rendimenti vicini ai massimi di 18 anni), mentre aumentano le preoccupazioni per la politica fiscale espansiva.

















