Come si aspettava il mercato, al termine della riunione di politica monetaria di novembre, la Reserve Bank of Australia ha mantenuto invariato il tasso di interesse al 3,6%, ossia sui minimi da aprile 2023. E’ stata una decisione unanime, inoltre la banca centrale conserva un approccio cauto rispetto a ulteriori tagli in futuro.
Secondo la banca centrale, anche se l’inflazione sta scendendo rispetto al picco del 2022, potrebbe comunque essere più persistente del previsto dopo che le ultime letture hanno superato le previsioni.
Per questo la RBA mantiene un approccio cauto e si baserà sui dati in arrivo per le future mosse sul costo del denaro. Il governatore Bullock ha affermato che la portata di ulteriori tagli dei tassi è limitata, e ipotizza ancora un ulteriore taglio dei tassi nel 2026, che servirà a stimolare ulteriormente l’economia.
A tal proposito, i responsabili della RBA hanno evidenziato la continua incertezza nelle prospettive sia interne che globali. La domanda privata più forte del previsto potrebbe inasprire i mercati del lavoro, mentre le tensioni geopolitiche e commerciali rimangono rischi nonostante le revisioni al rialzo delle previsioni di crescita mondiale.
Sul mercato valutario il cambio scivola ulteriormente e si affaccia sotto la soglia di 0,65, al minimo di quasi due settimane. L’Aussie è da pochi giorni rimbalzato sulla media mobile a 50 periodi (che agiva come resistenza) e si sta avvicinando alla media a 200 periodi.
Sul cambio incide soprattutto la forza del biglietto verde americano (il è salito anche oltre quota 100), mentre i trader hanno ricalibrato le aspettative per il taglio dei tassi della Fed a dicembre a seguito di una serie di segnali contrastanti da parte dei responsabili politici.
