Dopo il rimbalzo avvenuto nella giornata di mercoledì, il dollaro neozelandese è tornato a perdere terreno rispetto all’omologo americano (il cambio scende a 0.584) a causa della ripresa del biglietto verde statunitense e delle crescenti aspettative di un ulteriore allentamento da parte della Reserve Bank.
I dati recenti hanno mostrato un forte calo dei volumi delle esportazioni durante il trimestre di giugno, mentre i volumi delle importazioni sono aumentati in modo significativo, indicando che il commercio ha probabilmente pesato molto sul PIL. La capacità inutilizzata nell’economia interna potrebbe così spingere la RBNZ verso mosse accomodanti nelle prossime riunioni.
Gli analisti stanno attualmente anticipando altri due tagli dei tassi da parte della Reserve Bank of New Zealand, che porterebbero il tasso di interesse al 2,50%, il livello più basso dalla metà del 2022. L’attenzione degli investitori è rivolta anche al cambiamento della guida della banca centrale: il primo ministro Luxon potrebbe annunciare il nuovo governatore entro poche settimane.
La pressione al ribasso sul kiwi è acuita dalla ripresa del dollaro USA, nonostante i primi segnali di un indebolimento del mercato del lavoro (in attesa dei NFP che verranno pubblicati venerdì) che consolidano le scommesse di più tagli dei tassi di interesse da parte della Fed.
Il cambio scivola così verso 0,584, e sta testando la media mobile a 200 periodi che agisce da supporto. Sul finire di agosto si era verificata una situazione analoga, ma la Ema200 aveva innescato un rimbalzo verso l’alto della coppia valutaria. In area 0,590 c’è invece la prima resistenza (statica).

















