Giornata debole per il dollaro canadese, dopo l’ultimo report sull’inflazione pubblicato dall’agenzia governativa Statistics Canada, che spiana la strada ad una BoC più accomodante.
L’inflazione complessiva ha rallentato all’1,7% a luglio (in calo rispetto dall’1,9% registrato a giugno e sotto le previsioni di mercato dell’1,8%), soprattutto per via dal calo della benzina. Escludendo la benzina, il CPI è aumentato del 2,5% a luglio, in linea con gli aumenti di maggio e giugno.
Tuttavia gli indicatori core della BoC sono rimasti vicino al limite superiore della fascia obiettivo, mentre l’indicatore dell’inflazione preferito dal Bank fo Canada, l’IPC trimmed-mean, è al 3,0% a luglio contro le aspettative del 3,1%, il che ha spinto le probabilità di mercato verso una posizione più accomodante della BoC.
In questo scenario si inserisce anche una perdita a sorpresa di 41.000 posti di lavoro a luglio, mentre gli esperti si aspettavano un aumento di 13.500. Il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al 6,9%.
Il cambio è salito così verso 1,385, avvicinandosi al minimo di due mesi toccato il 31 luglio (1,386). Proprio alla fine del mese scorso, il cambio tra le due valute ha tagliato al rialzo la media mobile a 50 periodi, inviando così un messaggio rialzista al mercato, che ora guarda con attenzione alla resistenza psicologica a quota 1,40.
A indebolire ulteriormente il caddie è il dato Usa sui prezzi alla produzione che hanno sorpreso al rialzo a luglio, facendo salire i rendimenti statunitensi e rafforzando il dollaro americano.

















