Nuova sforbiciata al costo del denaro in Australia. Al termine della riunione di agosto, la Reserve Bank ha infatti tagliato il tasso di interesse di 25 punti base, portandolo al 3,6%, il minimo da aprile 2023. La decisione era ampiamente attesa dal mercato ed è stata presa all’unanimità.
Con questa mossa, la RBA ha effettuato un taglio cumulativo dei tassi per 75 punti base dall’inizio dell’anno. Tutto ciò riflette un forte rallentamento dell’inflazione rispetto al picco del 2022 (è tornata nell’intervallo obiettivo del 2-3%) e i segnali di rallentamento nel mercato del lavoro, aggravati dai dazi statunitensi.
Nella dichiarazione politica di accompagnamento, la RBA ha affermato che la politica monetaria è ben posizionata per rispondere agli sviluppi globali, anche se le prossime mosse rimarranno ancorate ai dati in arrivo. Tuttavia, il raffreddamento dell’inflazione probabilmente stimolerà ulteriori tagli dei tassi.
La banca centrale australiana preferisce comunque mantenere un approccio cauto, visto il contesto di crescente incertezza nelle condizioni interne e globali, comprese le politiche commerciali che potrebbero frenare la crescita. Nel frattempo la RBA ha abbassato le previsioni del PIL per il 2025, il 2026 e il 2027, rispettivamente all’1,7%, al 2% e al 2,1%.
Le prospettive accomodanti della Reserve Bank of Australia hanno spinto al ribasso il dollaro australiano. Il cambio scende a 0,65 e sta testando la media mobile a 50 periodi, che sta fungendo da resistenza dopo i recenti aumenti.
La posizione della RBA ha disinnescato gli effetti positivi sull’AUD dovuti alla tregua commerciale tra Stati Uniti e Cina che è stata prorogata di altri 90 giorni. Il dollaro USA d’altra parte fatica a capitalizzare i guadagni registrati negli ultimi giorni, a causa delle crescenti aspettative che la Federal Reserve riprenderà il suo ciclo di taglio dei tassi a settembre.
