La nuova settimana dei mercati valutari comincia con la decisione sui tassi di interesse della banca popolare cinese, che non ha sorpreso le aspettative. La People’s Bank of China (PBOC) ha infatti deciso di confermare i Loan Prime Rate a 1 e 5 anni.
La PBoC lascia al 3% il tasso di interesse a 1 anno, che è il riferimento per i prestiti alle famiglie e imprese. Al tempo stesso, conferma al 3,5% il LPR a 5 anni, che viene usato come benchmark per i mutui immobiliari. Entrambi i livelli rappresentano il minimo storico.
Si tratta del terzo mese consecutivo in cui vengono congelati i tassi. Ad aprile la PBoC decise una riduzione di 10 punti base. Si prevede, comunque, che la politica monetaria cinese rimarrà espansiva, per cui è possibile che verranno annunciate altre e diverse misure di stimolo.
La decisione della banca centrale cinese arriva in un periodo di crescita debole, a causa dell’impatto dei dazi statunitensi, dalla domanda interna fiacca e dei persistenti problemi del mercato immobiliare, che per anni è stato il vero motore del boom cinese.
Sul fronte commerciale, un po’ di sollievo è giunto dopo un accordo raggiunto con gli Stati Uniti per ridurre i rispettivi dazi commerciali. In settimana inoltre la Cina ospiterà un vertice di alto livello con l’UE, per rafforzare i legami economici e politici, così da proteggersi dall’incertezza nelle sue relazioni con gli Stati Uniti.
La decisione della PBoC, dal momento che era largamente attesa, non ha prodotto effetti rilevanti sull’andamento dello Yuan. Il cambio è rimasto attorno 7,17.
Dopo il forte calo avvenuto tra inizio aprile e fine maggio (circa il 3,5%), il cambio tra dollaro e yuan si è infilato in un canale laterale tra 7,16 e 7,19. Il recente incrocio che sul grafico del c’è stato tra la media mobile a 50 periodi e quella a 200 periodi tuttavia ha inviato un messaggio ribassista al mercato.
