La nuova settimana comincia con un brusco passo indietro dello yen giapponese, a causa delle minori aspettative di rialzi dei tassi da parte della Bank of Japan. Il cambio risale così verso 146.
Il report sui salari nominali è stato deludente, visto che l’aumento di appena l’1% su base annua è molto più basso del 2,4% previsto, e segna inoltre il terzo mese consecutivo di decelerazione. Si è trattata della crescita più debole da marzo 2024.
Nel frattempo i salari reali, ossia corretti per l’inflazione, che sono un indicatore chiave del potere d’acquisto dei consumatori, sono scesi del 2,9%, estendendo il loro calo al quinto mese consecutivo e registrando il calo più marcato in quasi due anni.
Anche se questi dati non inglobano ancora gli aumenti concordati in primavera, la tiepida crescita degli stipendi giapponesi solleva nuove preoccupazioni sulle prospettive economiche del Paese, tenuto conto che del contesto di incertezza globale a seguito dei dazi statunitensi.
Tutto questo complica il percorso della Banca del Giappone verso la normalizzazione della politica monetaria.
Le minori aspettative di ulteriori rialzi dei tassi della Banca del Giappone hanno penalizzato lo Yen, che adesso viaggia a 146 per dollaro (), anche per via del contemporaneo rimbalzo del biglietto verde, dopo che Trump ha annunciato che le nuove tariffe entreranno in vigore dal 1 agosto.
Lo yen è stato messo sotto pressione anche dalle parole del premier Shigeru Ishiba, che ha dichiarato che non “scenderà facilmente a compromessi” nei negoziati commerciali con gli USA.

















