Tutto confermato in Canada. Al termine della riunione di politica monetaria di giugno, la Bank of Canada (BoC) ha deciso di confermare il tasso di riferimento al 2,75%, in linea con le aspettative. Sono ancora tante le incertezze che avvolgono l’economia globale e nazionale, e così la BoC ha deciso di rimanere caute a osservare come si evolveranno gli eventi.
I nodi chiave per la Bank of Canada sono due. Anzitutto l’inflazione, che ad aprile ha mostrato un calo dell’IPC primario al di sotto dell’obiettivo fissato al 2%. Tuttavia le misure core sono rimaste elevate, sconsigliando un taglio al costo del denaro.
L’altro fattore cruciale sono i dazi USA. Dopo la decisione di Trump di raddoppiare le tariffe sulle importazioni di acciaio e alluminio, sono partiti i negoziati tra Ottawa con Washington per ottenere delle esenzioni. Questo in parte ha attenuato i timori di uno shock commerciale più ampio.
Nel frattempo, la crescita del PIL del 1° trimestre del 2,2% annualizzato e il secondo aumento mensile consecutivo delle vendite al dettaglio hanno rafforzato la fiducia nella resilienza economica del Canada.
Inoltre l’aumento dei prezzi del petrolio, sostenuto dal modesto aumento della produzione di luglio dell’OPEC+, ha ulteriormente rafforzato le entrate del Canada e dato sostegno al dollaro CAD.
La valuta canadese ha ripreso a crescere rispetto a quella americana, e il cambio è sceso sotto 1,370, il livello più basso in quasi otto mesi. Dalla fine gennaio la valuta canadese ha guadagnato quasi il 6%.
Per quanto riguarda il rendimento del titolo di Stato canadese a 10 anni, dopo la discesa dal massimo di quattro mesi del 3,4% il 21 maggio, si è mantenuto sopra il 3,25%.
