Il meeting di politica monetaria di maggio si chiude con la decisione della Reserve Bank of Australia di tagliare il tasso di interesse per 25 punti base, portandolo così al 3,85% che è il livello più basso degli ultimi due anni. Peraltro l’istituto centrale apre le porte ad una possibile nuova sforbiciata anche nelle prossime riunioni.
La decisione della RBA di effettuare una manovra accomodante nasce dal consolidamento dell’inflazione all’interno dell’intervallo obiettivo, compreso tra 2-3%, dove secondo gli esperti dell’Istituto dovrebbe rimanere per tutto l’intervallo di previsione. Ciò fornisce la possibilità di dare stimoli all’economia che invece rischia di indebolirsi ulteriormente, alla luce del contesto globale soprattutto sul piano commerciale (ricordiamo che la Cina è il principale partner australiano e la battaglia dei dazi potrebbe avere forti contraccolpi).
Il mercati continuano ad aspettarsi altri interventi da parte della Reserve Bank of Australia quest’anno, e l’atteggiamento dovish dell’istituto ha finito Per spingere al ribasso il dollaro australiano. Il cambio è sceso verso 0,641, allontanandosi ulteriormente dai massimi annuali toccati ad inizio maggio quasi su quota 0,65.
Un’ulteriore pressione sulla valuta australiana arriva dall’incertezza politica interna, dopo che il Partito Nazionale ha rotto la coalizione all’opposizione a seguito della vittoria elettorale dei Laburisti di Anthony Albanese.

















