Qualche segnale di schiarita dal punto di vista politico e commerciale hanno dato slancio al dollaro australiano, che si riporta nell’area dei massimi di 4 mesi rispetto al biglietto verde americano ().
L’economia australiana, essendo orientata all’export e avendo come partner principale la Cina ma anche gli USA, è estremamente sensibile alla questione dazi. E le ultime notizie confortano.
Martedì il Segretario al Tesoro USA, Scott Bessent, ha auspicato una de-escalation delle tensioni commerciali tra Washington e Pechino. Poche ore dopo, il presidente Trump ha sottolineato che le discussioni con la Cina stanno andando bene, aggiungendo che pensa che raggiungeranno un accordo. Trump ha poi aggiunto che i dazi imposti a Pechino “saranno significativamente ridotti“.
Dal canto suo, la Cina ribadisce di essere aperta a negoziare un accordo commerciale bilaterale nel rispetto e nella fiducia reciproca.
Un ulteriore motivo di sollievo – che spinge l’appetito al rischio dei mercati – nasce dal fatto che il presidente USA ha dichiarato di non avere intenzione di licenziare il presidente della Fed, Jerome Powell, e questo fa scemare le preoccupazioni per l’indipendenza della banca centrale USA.

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Il cambio ne approfitta così per ritornare attorno ai massimi di 4 mesi oltre la soglia di 0,64, come possiamo vedere sulla piattaforma di investimento .
Tuttavia, questa zona di resistenza è resa più robusta dalla presenza della Ema200, che fa da ostacolo all’ulteriore salita.
Se l’AUDUSD dovesse riuscire nel brakout della media di lungo periodo, lo slancio rialzista sarebbe molto forte e potrebbe mettere nel mirino il livello 0,65.

















