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Dollaro australiano spinto dall’appetito al rischio: AUDUSD oltre 0,635

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La corsa degli ultimi giorni adesso si trova a fronteggiare una solida area di resistenza

La notizie più confortanti riguardo alla guerra commerciale innescata da Trump favoriscono il dollaro australiano, che continua a recuperare terreno in questi giorni (il cambio è salito oltre 0,635).

Dopo aver annunciato una pausa di 90 giorni sui dazi reciproci per tutti i suoi partner commerciali (ad eccezione della Cina), il presidente degli Stati Uniti ha anche deciso di esentare i prodotti tecnologici dalle tariffe, e potrebbe anche sospendere le tariffe del 25% sulle importazioni di auto.


Questo approccio più morbido ha riacceso l’appetito al rischio dei mercati e dato una spinta al dollaro australiano, visto che il Paese è fortemente orientato all’export. Tuttavia restano molte incertezze, dal momento che il principale partner australiano è la Cina, in forte tensione con gli USA proprio per via delle tariffe commerciali.


Sul fronte interno, i verbali della riunione di aprile della Reserve Bank of Australia hanno offerto poca chiarezza sulla tempistica del prossimo taglio ai tassi di interesse. La banca centrale ha sottolineato gli elevati livelli di incertezza sia in patria che all’estero, ribadendo che le future decisioni di politica monetaria dipenderanno dai dati marco che giungeranno di volta in volta, e che potrebbe essere azzardato effettuare nuovi tagli in modo precipitoso.
I mercati stanno scontando un taglio di 25 punti base a maggio e prevedono circa 120 punti base di allentamento quest’anno.
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Nel frattempo il cambio continua il suo rimbalzo dal minimo pluriennale a 5,9 toccato settimana scorsa.
Il fattore incoraggiante è il recente taglio della Ema50, come possiamo vedere sulla piattaforma di investimento .
Questo dovrebbe inviare un messaggio rialzista al mercato, anche se siamo arrivati in una zona di resistenza, dove c’è stata molta tensione sia a febbraio che a marzo. Se l’ riuscirà a superare quest’area e segnare nuovi massimi annuali, allora il successivo scoglio potrebbe essere verso 0,65.

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