Home
Le performance passate non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri o delle performance future
nzd_bank_new_zealand_rnbz

Nuova Zelanda, taglio di 25pb ma la crisi commerciale preoccupa. Rimbalzo NZDUSD a 0,555

Scritto da -

L’istituto centrale sottolinea le conseguenze che la guerra commerciale potrebbe avere sull’economia neozelandese (fortemente orientata all’export)

Arriva un altro taglio al costo del denaro da parte della Reserve Bank of New Zealand, come si aspettavano i mercati. L’istituto centrale ha deciso di abbassare i tassi di interesse di 25 punti base, portandolo al 3,50%.
La RBNZ aveva già sforbiciato il costo del denaro di 50 punti base nelle riunioni di ottobre, novembre e febbraio. Dallo scorso mese di agosto, i tagli complessivi salgono a 200 punti base, portando i costi di finanziamento al livello più basso dall’ottobre 2022, in un contesto di potenziali ricadute economiche globali dovute alla guerra commerciale globale innescata da Trump.

Il comitato di politica monetaria ha sottolineato che l’inflazione annua resta in prossimità del punto medio del target 1- 3% (si è attestata al 2,2% nel 4° trimestre del 2024), ma lo scenario recente è cambiato perché la guerra commerciale globale crea forte incertezza sulle prospettive dell’economia.


La Nuova Zelanda potrebbe subire un contraccolpo alla crescita del PIL (cresciuto dello 0,7% nel 4° trimestre, dopo la contrazione dei due trimestri precedenti) visto che parliamo di un’economia fortemente orientata all’export, mentre l’inflazione potrebbe risalire e compaiono i primi segnali di debolezza del mercato del lavoro.

Secondo il mercato, le prolungate tensioni commerciali potrebbero spingere la RBNZ verso un taglio di 50 punti base nelle prossime riunioni, e sforbiciate per complessivi 100 punti base entro il 2025.


Intanto sul mercato valutario, il dollaro neozelandese risale rispetto a quello statunitense. L’ scambia intorno a 0,555, dopo essersi avvicinato pericolosamente ai minimi pluriennali nei giorni scorsi. Questo lieve rimbalzo avviene a seguito delle dichiarazioni di Trump, che ha espresso apertura ai negoziati commerciali.
La valuta neozelandese tuttavia rimane molto vulnerabile allo scenario tariffario globale, dal momento che la Cina (in prima linea nello scorto a suon di dazi con gli USA) è il più grande mercato di esportazione della Nuova Zelanda.

Non è possibile commentare questo post.

IN EVIDENZA