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Le performance passate non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri o delle performance future
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Australia, la RBA congela i tassi e raffredda l’ipotesi di tagli a maggio. AUDUSD su 0,627

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Secondo l’istituto centrale le politiche tariffarie di Trump creano un ambiente incerto, per questo si muoverà con cautela

Come era previsto dagli esperti, la Reserve Bank of Australia (RBA) ha deciso di lasciare il tasso di interesse al 4,1%. Nell’ultima riunione la banca centrale aveva tagliato il costo del denaro di 25 punti base, il primo taglio della banca in oltre quattro anni.

Secondo il consiglio della RBA l’inflazione si sta muovendo in modo sostenibile verso il punto medio del target 2-3%, poiché tassi di interesse più elevati hanno contribuito a avvicinare la domanda e l’offerta aggregate. Tuttavia, la RBA ritiene necessario avere più prove che la situazione si va normalizzando, prima di allentare ulteriormente.
Questo vale soprattutto nel contesto attuale, che viene reso incerto dagli sviluppi del commercio internazionale per via dei dazi di Trump. La Banca centrale australiana infatti sottolinea che i recenti annunci di Trump ‘hanno un impatto sulla fiducia a livello globale‘ e che considera l’incertezza geopolitica come ‘pronunciata‘.


Il governatore Michele Bullock ha sottolineato che la RBA non ha affrontato discussioni su un eventuale taglio del tasso nel meeting di maggio. Nonostante ciò, i mercati stanno valutando la probabilità del 70% di un taglio al 3,85% a maggio, e 100 punti base di tagli al tasso quest’anno.

Nel frattempo, recenti dati economici hanno mostrato una crescita delle vendite al dettaglio più morbida, sebbene ci sia stato un secondo aumento mensile consecutivo, mentre l’attività di fabbrica è aumentata al ritmo più veloce da ottobre 2022. Questi dati ottimisti hanno rafforzato l’opinione che l’economia australiana rimanga resiliente, dopo che i dati sul PIL hanno superato leggermente le previsioni.


Dopo la riunione della RBA, il dollaro australiano ha guadagnato qualcosa rispetto a quello americano. Il cambio viaggia su 0,627, dopo che nella giornata di lunedì era scivolato di circa un punto percentuale a causa della preoccupazione per le incombenti “tariffe reciproche” di Trump.

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