Le ultime importanti novità riguardo alle tariffe USA, che ufficialmente entreranno in vigore il 2 aprile, hanno dato un po’ di slancio al dollaro neozelandese, tant’è che dopo cinque giorni di calo, il cambio recupera quota.
Il presidente Trump ha parlato di “flessibilità” del suo piano tariffario, con aliquote che potrebbero essere più ristrette sia nell’ambito che nella misura, con possibili esenzioni per alcune industrie. In una prima fase potrebbero essere omessi dazi specifici per settori come automobili, prodotti farmaceutici e semiconduttori.
Essendo la Nuova Zelanda un paese fortemente orientato all’export, gli investitori hanno accolto con cauto ottimismo questa novità.
Anche grazie al supporto della Ema50, il cambio interrompe così la sua striscia negativa e risale verso 0,575, tornando all’interno del canale ascendente cominciato a metà gennaio (quando venne toccato il minimo annuale a 0,555).
Il dollaro neozelandese potrebbe trovare ulteriore sostegno anche nello stimolo cinese previsto volto a migliorare i consumi (ricordiamo che la Cina è uno dei principali partner commerciali della Nuova Zelanda).
A livello nazionale, nonostante i forti dati del PIL della scorsa settimana, i mercati si aspettano ancora un ulteriore allentamento monetario da parte della RBNZ, che in occasione del meeting di febbraio ha fatto intendere che ci saranno altri due tagli da 25 bps in aprile e maggio, con un possibile terzo nel corso dell’anno.

















