I timori di recessione relativi all’economia statunitense creano un clima di avversione al rischio sul mercato, e questo spinge lo yen giapponese che raggiunge (sia pure temporaneamente) il massimo di 5 mesi rispetto al dollaro ().
Le mosse del neo-presidente Trump stanno creando alimentando prospettive fosche per l’economia, tanto che lo stesso inquilino della Casa Bianca ha dovuto ammettere che esiste la possibilità di una recessione. Questo scenario ha provocato un brusco sell-off a Wall Street, che ieri ha archiviato la peggiore seduta dal 2022, spazzando via 4.000 miliardi di dollari.
Lo yen giapponese, considerato valuta rifugio, ha beneficiato di questo sentiment di avversione al rischio, arrivando a circa 146,5 per dollari martedì (). Si tratta di un livello che non si vedeva da cinque mesi.
Lo slancio dello Yen è stato frenato dai dati sul PIL del quarto trimestre, che hanno mostrato un rallentamento della crescita annuale al 2,2% (rispetto alla stima precedente del 2,8%) a causa dei deboli consumi privati.
Inoltre il ministro del commercio giapponese Yoji Muto ha affermato che il Giappone probabilmente non eviterà di essere colpito dalle tariffe USA. Ricordiamo che il Giappone è il quarto più grande partner commerciale degli Stati Uniti.
Allo stesso tempo il dollaro USD ha ricevuto un po’ di sostegno dal rilascio dei dati di apertura del lavoro Jolts per gennaio.
Malgrado le preoccupazioni sul fronte economico, la Bank of Japan dovrebbe confermare i tassi di interesse nella riunione politica di marzo, mentre ci si aspettano ulteriori strette entro la fine dell’anno, come parte del percorso di normalizzazione.