L’inflazione in Giappone accelera ma la Bank of Japan preannuncia che manterrà un approccio accomodante per sostenere ancora la tendenza dei prezzi. Queste le novità che giungono da Oriente, dove ha parlato anche il presidente della banca centrale Hueda.
I dati rilasciati venerdì hanno mostrato che a gennaio l’inflazione di Tokyo ha accelerato al 2,5%, massimo di 11 mesi, cosa che in teoria dovrebbe rafforzare una prospettiva da “falco” della BOJ. Peraltro anche dall’economia giungono sengali confortanti, visto che le vendite al dettaglio hanno superato le aspettative, la produzione industriale è tornata alla crescita e il tasso di disoccupazione è inaspettatamente diminuito.
Tuttavia il governatore Kazuo Ueda ha smorzato un po’ di entusiasmi, dichiarando che l’inflazione sottostante è ancora inferiore al 2%, e per questo la banca centrale giapponese manterrà una politica accomodante. La scorsa settimana, la BOJ ha aumentato i suoi tassi di 25 bps allo 0,5%, ma non ha specificato quale sarà il futuro percorso. Il mercato però rimane convinto che la BoJ alzerà ancora il costo del denaro nelle prossime riunioni, raggiungendo circa l’1% entro i prossimi due anni.
Lo yen giapponese si è indebolito rispetto al dollaro, con il cambio che si è anche riavvicinato alla soglia di 155 e sta testando la Ema50. Ad ogni modo, malgrado i passi indietro di oggi, in questo mese di gennaio lo Yen giapponese è riuscito a recuperare un po’ di terreno sul biglietto verde.
Nel frattempo, i commercianti sono in attesa di ulteriore chiarezza sulle politiche del presidente Trump.