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Dopo il meeting BNS il cambio USDCHF sta risalendo. Ma occhio alla broadening formation

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Settimana scorsa la banca centrale ha tagliato i tassi di 50 pb, più di quanto si aspettavano i mercati

Continua la fase di debolezza del franco svizzero, che è tornato a vedere da vicino la soglia psicologica di 0,90 rispetto al dollaro americano (), dopo la riunione della BNS avvenuta settimana scorsa.

Nel meeting di dicembre l’istituto centrale ha deciso di effettuare il quarto taglio del tasso di interesse, stavolta di 50 punti base, come non succedeva da gennaio 2015. Questa sforbiciata così netta è stata superiore alle previsioni del mercato, e ha portato il nuovo livello del costo del denaro allo 0,5%, il più basso da novembre 2022.

La mossa dellla BNS trova giustificazione nel calo dell’inflazione (0,7% a novembre, rispetto dall’1,1% di agosto) e nella necessità di dare sostegno all’economia elvetica. Nel terzo trimestre la crescita del PIL svizzero è rimasta debole.


Circa l’outlook economico, la BNS prevede che la crescita svizzera sarà intorno all’1% quest’anno, con un leggero miglioramento all’1–1,5% nel 2025, proprio grazie ai recenti tagli dei tassi.
L’inflazione invece dovrebbe raggiungere una media dell’1,1% nel 2024, dello 0,3% nel 2025 e dello 0,8% nel 2026, rimanendo entro l’intervallo obiettivo.

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Il taglio più vigoroso dei tassi da parte della BNS ha penalizzato il franco svizzero, con il cambio che è risalito oltre 0,89 per dollaro, come vediamo sulla piattaforma di investimento .

Tuttavia c’è un aspetto tecnico che può preannunciare un cambio di rotta di qui a breve. Infatti l’andamento delle due valute sta realizzando un pattern megafono (broadening formation), che normalmente si comporta da figura di inversione. Se così fosse, il target potrebbe essere attorno a 0,87.

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