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Yen giapponese JPY

Giappone, Yen in calo dopo l’inflazione. USDJPY si riavvicina a 155

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Quello che penalizza lo yen è la corsa del biglietto verde americano e dei rendimenti dei titoli del Tesoro USA

E’ durato poco l’effetto Ueda, perché lo Yen giapponese è nuovamente tornato a fare marcia indietro rispetto al dollaro dopo i dati in chiaroscuro riguardo i prezzi al consumo, e la nuova fiammata del biglietto verde americano.

Nella giornata di giovedì la valuta nipponica aveva guadagnato terreno dopo alcune dichiarazioni “aggressive” del governatore della BoJ Ueda. In conferenza stampa a Parigi, Ueda ha affermato che la banca centrale esaminerà una possibile revisione dei tassi il mese prossimo, anche alla luce della recente debolezza dello yen.
Queste dichiarazioni sono state viste dai mercati come preparatorie in vista di un aumento dei tassi di interesse.


Questa mattina sono però stati diffusi i dati sull’inflazione giapponese di ottobre, che hanno evidenziato un calo al 2,3%, rispetto al 2,5% del mese precedente. Si tratta del livello più basso da gennaio. Il tasso di inflazione core ha toccato il minimo di sei mesi al 2,3%, in calo rispetto al 2,4% di settembre ma al di sopra delle stime del 2,2%.
Su base mensile, l’indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,4%, un’inversione rispetto al calo dello 0,3% di settembre.


Nonostante il calo, l’inflazione core è ancora superiore all’obiettivo del 2%, il che contribuisce all’atteggiamento più aggressivo della banca centrale (che ha già alzato i tassi di interesse a marzo e luglio).

Nel frattempo, un altro report ha indicato che l’attività manifatturiera in Giappone si è contratta più del previsto a novembre, sebbene l’attività dei servizi sia aumentata.


Se le prossime mosse della BoJ non sembrano ancora certe, quello che penalizza lo yen è la corsa del biglietto verde americano e dei rendimenti dei titoli del Tesoro USA, che impediscono allo yen, a basso rendimento, di guadagnare slancio.
Il rapporto è così tornato così a salire oltre 154,7, bruciando parte del recupero della sessione precedente. Settimana scorsa il cambio era salito fino ai massimi di 4 mesi, affacciandosi oltre la soglia di 157.

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