La tempesta perfetta che si è abbattuta sui mercati finanziari ha finito per spingere lo Yen giapponese in modo veemente. La valuta nipponica è volata sui massimi di 7 mesi rispetto al dollaro (), guadagnando in un sol giorno quasi 3 punti percentuali.
Il mercato è entrato in modalità risk-off (caso eclatante: l’indice Nikkei 225 è crollato del 12,4%, peggior calo giornaliero dal “lunedì nero” del 1987) e gli investitori stanno correndo verso i beni rifugio dopo che un debole rapporto sull’occupazione USA ha alimentato i timori di una recessione della maggiore potenza mondiale. Gli investitori credono che la FED possa essere costretta a tagliare di 50 punti base i tassi a settembre.
Nella direzione opposta invece si muove la Bank of Japan, che settimana scorsa ha alzato il tasso di riferimento allo 0,25% e ha segnalato la volontà di aumentare ulteriormente il costo del denaro, se la crescita economica lo consentirà. I mercati scommettono su altri due aumenti dei tassi quest’anno fiscale che terminerà a marzo 2025.
Questa forte divergenza tra le prospettive di politica monetaria di FED e BoJ ha finito per dare una spinta feroce al cambio , che è sceso sotto 142,7, livello più basso dall’inizio di gennaio.
Lo scenario globale invece ha spinto al ribasso il dollaro (l’Index è sceso a 102,6, livello più basso da metà gennaio).

















