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Giappone, continua la crisi della valuta. USDJPY sui massimi di 34 anni

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La divergenza sul tema dei tassi di interesse tra FED e BoJ sta mettendo sempre più pressione sulla valuta nipponica

Dopo il tentativo fallito di prendere terreno venerdì, è ripresa la fase calante dello Yen giapponese, che in avvio di settimana si è inabissato fino ai minimi di 34 anni rispetto al dollaro americano ( oltre quota 154).

La divergenza sul tema dei tassi di interesse tra FED e BoJ sta mettendo sempre più pressione sulla valuta nipponica.

La persistenza dell’inflazione negli Stati Uniti spingerà probabilmente la banca centrale americana a rinviare i primi tagli dei tassi a settembre.

Di contro la Bank of Japan – pur avendo abbandonato la politica dei tassi negativi dopo ben 8 anni – continua a mantenere un atteggiamento prudente e accomodante, sostenendo che non c’è fretta per normalizzare la politica monetaria. Inoltre ha escluso l’utilizzo di rialzi dei tassi per sostenere lo yen.

Lo yen giapponese si è così deprezzato ulteriormente, con il cambio che è salito anche oltre 154, come non succedeva dal 1990.

Neppure le persistenti tensioni geopolitiche hanno dato sostegno alla valuta nipponica (considerata bene rifugio). Una piccola sponda la offrono le rassicurazioni del ministro delle Finanze giapponese, Shunichi Suzuki, che ha ribadito che le autorità sono “pienamente preparate” a rispondere in modo appropriato a questa eccessiva discesa dello Yen.

Dal punto di vista tecnico invece, l’indicatore RSI in ipercomprato frena i rialzisti, impedendo così un ulteriore slancio della coppia

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