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La RBA ferma i tassi di interesse, l’AUDUSD risale oltre 0,65

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Negli ultimi due anni la banca centrale ha aumentato i tassi per un totale di 425 punti base per frenare la corsa dell’inflazione

Nessuna novità dall’Australia, dove la Reserve Bank ha deciso di lasciare i tassi di interesse invariati al 4,35% durante la sua prima riunione nel 2024, innescando un rimbalzo del dollaro australiano. Il consiglio ha inoltre mantenuto il tasso di interesse sui saldi di regolamento del cambio al 4,25%.

Questa decisione arriva dopo che la banca centrale ha aumentato i tassi per un totale di 425 punti base negli ultimi due anni, per frenare la corsa dell’inflazione.

L’indice dei prezzi al consumo del paese è aumentato del 4,1% su base annua nel quarto trimestre, più lentamente del 5,4% registrato nel terzo trimestre e inferiore al 4,3% previsto. Anche l’indicatore mensile dell’IPC è rallentato al 3,4% a dicembre dal 4,3% di novembre, deludendo le aspettative del mercato del 3,7%.

Secondo il board di politica monetaria, la pressione dei prezzi continua ad allentarsi, ma resta ancora elevata poiché i prezzi dei servizi non sono scesi abbastanza rapidamente. Pur avvertendo che non si può escludere un’ulteriore stretta monetaria, i policymaker hanno aggiunto che il percorso dei tassi di interesse dipenderà dai dati e dall’evoluzione della valutazione dei rischi.

Tuttavia la RBA è fiduciosa che l’inflazione ritornerà all’intervallo target del 2-3% nel 2025, e al punto medio nel 2026. Il comitato ha ribadito che monitorerà da vicino l’economia globale, le tendenze della domanda interna e le prospettive per l’inflazione e il mercato del lavoro.

L’esito della riunione della banca centrale ha provocato un rimbalzo del dollaro australiano, che di recente ha toccato il minimo di quasi 3 mesi rispetto al biglietto verde americano. Il cambio è risalito a 0,65 dollari, dopo aver perso circa il 6% in questo primo spicchio del nuovo anno.

Negli ultimi giorni il dollaro australiano è rimasto sotto pressione a causa del rally del dollaro USA, poiché i forti dati economici statunitensi e i segnali aggressivi della Federal Reserve hanno smorzato le aspettative di taglio dei tassi.

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