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Cina, tassi a 1 e 5 anni invariati. USDCNH stabile a 7,20

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Gli ultimi dati macro hanno continuato a fornire un quadro con luci ed ombre. L’economia cinese è cresciuta del 5,2% nel quarto trimestre, inferiore alle previsioni del 5,3%

Proseguono i tentativi della banca centrale cinese (PBoC) di sostenere un’economia che sta facendo molta fatica a tornare quella che era prima dello scoppio del Covid. La Banca Popolare Cinese ha mantenuto il tasso primario di prestito a un anno (LPR), strumento per fissare il costo dei prestiti a imprese e famiglie, al minimo storico del 3,45% per il quinto mese consecutivo.
Il tasso a cinque anni, riferimento per i mutui, è stato mantenuto al 4,2% per il settimo mese consecutivo.

La scorsa settimana l’istituto centrale ha mantenuto invariati i tassi a 1 anno al 2,5%. Una mossa che ha sorpreso i mercati, che avevano scommesso su un taglio al 2,4% per sostenere maggiormente l’economia. In quell’occasione la banca centrale ha annunciato inoltre di aver iniettato 995 miliardi di yuan nel sistema finanziario cinese, a fronte di prestiti MLF per un valore di 779 miliardi di yuan previsti scadere nell’arco di questo mese.

Gli ultimi dati macro hanno continuato a fornire un quadro con luci ed ombre. L’economia cinese è cresciuta del 5,2% su base annua nel quarto trimestre del 2023, con un’accelerazione rispetto al guadagno del 4,9% nel terzo trimestre, ma inferiore alle previsioni del 5,3%. Per l’intero anno, il PIL è cresciuto del 5,2%, superando l’obiettivo del governo di circa il 5,0% e accelerando rispetto a un aumento del 3,0% nel 2022 tra varie misure di sostegno e un effetto base basso lo scorso anno.

Sul fronte valutario, lo yuan si è stabilizzato intorno a 7,20 per dollaro (USDCNH) reagendo poco alla decisione della banca centrale cinese. Il rapporto tra le due valuta sta oscillando nel range 7,11-7,35 dalla scorsa estate.

Secondo molti analisti, proprio il recente deprezzamento dello yuan ha limitato la flessibilità della banca centrale nell’aggiustare la politica monetaria. Va detto che la valuta cinese è stata messa sotto pressione dal dollaro più forte, poiché i solidi dati economici statunitensi e i segnali aggressivi da parte dei funzionari della Federal Reserve hanno smorzato le aspettative per un taglio dei tassi a marzo.

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