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Cina, la PBoC conferma i tassi. USDCNH in risalita

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Il tasso primario di prestito a un anno (LPR), è stato lasciato al minimo record del 3,45% per il quarto mese consecutivo. Il tasso a cinque anni resta al 4,2%

Non c’erano molti dubbi sul fatto che la Banca Popolare Cinese (PBoC) avrebbe mantenuto i tassi di interesse invariati, nel tentativo di rilanciare un’economia traballante. E così è stato.

Il tasso primario di prestito a un anno (LPR), che è lo strumento di prestito a medio termine utilizzato per i prestiti alle imprese e alle famiglie, è stato lasciato al minimo record del 3,45% per il quarto mese consecutivo. Il tasso a cinque anni, riferimento per i mutui, è stato lasciato al 4,2% per il sesto mese consecutivo.
Settimana scorsa la PBoC ha aumentato l’iniezione di liquidità attraverso la politica a medio termine, mantenendo invariato il tasso di interesse.

Dopo la riunione della banca centrale, lo yuan è scivolato rispetto al dollaro. Il cambio è su quota a 7,13, allontanandosi dai minimi di oltre sei mesi che aveva toccato poco tempo fa.

Le mosse della PBoC infatti sembrano ancora poco efficaci per stimolare un’economia che soffre, soprattutto perché il settore immobiliare (che rappresenta un quarto dell’economia cinese) è fermo e fa da ostacolo alla ripresa post-pandemia. Tuttavia lo yuan è rimasto comunque a livelli elevati, poiché si prevede che la Federal Reserve americana inizierà a tagliare i tassi di interesse il prossimo anno.

Intanto il rendimento dei titoli di Stato cinesi a 10 anni si è mantenuto al di sotto del 2,65%, attestandosi vicino ai livelli più bassi degli ultimi tre mesi.
I mercati prevedono dei tagli al costo del denaro per il prossimo anno, e una possibile riduzione del coefficiente di riserva obbligatoria per garantire ampia liquidità.

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