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Giappone: inflazione ai massimi da luglio, ma l’USDJPY rimane stabile

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Durante la riunione politica monetaria di ottobre, la Bank of Japan ha riaffermato il proprio impegno verso politiche monetarie accomodanti

Non ha modificato granché lo scenario dello yen, l’ultimo report sull’inflazione giapponese. Malgrado la debolezza del dollaro, il cambio USDJPY infatti si è mantenuto stabile intorno a 149,5 dopo che i dati hanno mostrato che l’indice di prezzi al consumo del Giappone ha accelerato al 3,3% in ottobre dal 3% di settembre, livello più alto da luglio.

Il tasso di inflazione core è salito al 2,9% dal minimo di 13 mesi di settembre del 2,8%, leggermente al di sotto del consenso del 3,0% ma è rimasto al di fuori dell’obiettivo del 2% della Banca del Giappone per il 19esimo mese.
Su base mensile, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,7%, il massimo da aprile 2014, dopo un aumento dello 0,3% a settembre.

Durante la riunione politica monetaria di ottobre, la Bank of Japan ha riaffermato il proprio impegno verso politiche monetarie accomodanti e ha apportato solo lievi modifiche ai controlli della curva dei rendimenti. Nel frattempo, ha rivisto al rialzo le sue previsioni di inflazione per l’anno fiscale 2023 e 2024 al 2,8% rispettivamente dall’1,3% e dall’1,2%. Per l’anno fiscale 2025, si prevede che l’indice dei prezzi al consumo scenderà all’1,7%, a causa dell’impatto in diminuzione degli elevati prezzi del petrolio e del passato aumento dei prezzi all’importazione

Sempre dal Giappone, i dati preliminari hanno mostrato che l’attività commerciale è rallentata ai minimi di 11 mesi a novembre, in un contesto di persistente debolezza del settore manifatturiero. Inoltre l’Au Jibun Bank Japan Manufacturing PMI è sceso a 48,1 nel novembre 2023 da 48,7 del mese precedente, al di sotto delle previsioni di mercato di 48,8, indicando il sesto mese consecutivo di contrazione dell’attività industriale.

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