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Nuova Zelanda, tassi fermi e l’NZDUSD scivola su Fibonacci 61,8

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La RBNZ ha lasciato il tasso di interesse al 5,5%, estendendo così la pausa alla terza riunione consecutiva

Dopo quella australiana, anche la banca centrale della Nuova Zelanda decide di non toccare il costo del denaro. Al termine del meeting di ottobre, la RBNZ ha lasciato il tasso di interesse al 5,5%, estendendo così la pausa alla terza riunione consecutiva. Si tratta di una decisione prevista dal mercato, che però non ha impedito la discesa del cambio .

Il consiglio di politica monetaria ha effettuato strette per un totale di 525 punti base da ottobre 2021.

La banca centrale ha comunque ribadito che l’inflazione rimane troppo elevata, che esiste il rischio che rallenti meno del previsto e che il livello dei tassi dovrà rimanere a un livello restrittivo per diverso tempo, allo scopo di riportare l’inflazione entro l’intervallo target tra l’1 e il 3% annuo entro la seconda metà del 2024.

L’istituto centrale ha inoltre evidenziato che le prospettive di crescita della Nuova Zelanda rimangono contenute, nonostante una crescita del PIL più forte del previsto nell’ultimo periodo. In particolare, nel medio termine si prevedono tempi difficili a causa dell’indebolimento della domanda globale, in particolare da parte della Cina (grosso partner commerciale).
Va ricordato peraltro che la decisione della RBNZ arriva in un momento delicato per il Paese, visto che coi saranno le elezioni a metà mese.

Dopo il meeting di politica monetaria, il dollaro neozelandese si è indebolito. Il cambio è sceso sotto 0,59, scivolando verso i minimi di 11 mesi.

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(Fonte grafica: piattaforma di investimento )

Il recente fallimento del test della EMA50 non è stato un buon messaggio per il mercato.
La coppia sta trovando supporto sul livello 61,8 Fibonacci (costruito sul movimento ascendente avvenuto tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023). Questo livello viene ritenuto molto importante, perché potrebbe segnare la definitiva inversione di tendenza di lungo periodo.

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