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Dollaro kiwi in difficoltà, NZDUSD cerca supporto in Fibonacci

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Il cambio rispetto al dollaro americano si è avvicinato alla soglia di 0,60, dopo aver attraversato la EMA50

Situazioni che agiscono sul fronte interno e su quello esterno stanno indebolendo il dollaro neozelandese, che ha toccato anche il minimo di due mesi rispetto al biglietto verde americano.
Il cambio NZDUSD si è avvicinato infatti verso la soglia di 0,60, dopo aver attraversato la EMA50 nei giorni scorsi, mandando un chiaro messaggio ribassista a breve termine.

Settimana prossima la RBNZ dovrebbe riunirsi per decidere sulla politica monetaria, dopo aver aumentato i tassi di interesse per 525 punti base al 5,5% dalla fine del 2021. Tuttavia nell’ultima riunione la banca centrale non ha mosso nulla, dando l’impressione che il ciclo di strette potrebbe essere al capolinea.

A penalizzare il dollaro neozelandese sono anche i dati deboli che arrivano dalla Cina, principale partner commerciale della Nuova Zelanda.

Giovedì intanto verrà reso noto il dato sull’inflazione alimentare annuale in Nuova Zelanda, dopo che la lettura di giugno ha indicato il massimo dal 1987 del 12,5%.

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(fonte grafica: piattaforma di investimento )

Sul fronte valutario, il cambio NzdUsd ha fatto breakout al ribasso della EMA50 che agiva da supporto.
Il rapporto di cambio si sta indirizzando verso il livello Fibonacci 50%, che è l’ultimo supporto prima di imboccare una discesa che a quel punto sarebbe più ripida.
Il rimbalzo verso l’alto viene ostacolato da diversi livelli ostici: il Fibonacci 38,2, la Ema50 e più in altro la EMA200.

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