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Inflazione in Cina frena più del previsto. Lo Yuan perde terreno

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Aumentano le possibilità che la Banca Centrale possa procedere ad un taglio dei tassi di interesse per stimolare l’economia

In Cina il tasso di inflazione annuale è più basso rispetto alle previsioni. I prezzi hanno infatti frenato allo 0,7% mentre le aspettative erano per un valore dell’1%.

Si tratta del tasso di inflazione più basso da settembre 2021, grazie al calo sia dei prodotti alimentari che di quelli non alimentari, alimentato dalla ripresa economica avvenuta a seguito della rimozione delle restrittive politiche Zero-Covid.
Il tasso di inflazione core è aumentato dello 0,7% su base annua, rispetto all’aumento dello 0,6% a febbraio.
Su base mensile, i prezzi al consumo sono scesi inaspettatamente dello 0,3%, il secondo mese consecutivo di calo, mancando le stime di una lettura piatta.

I dati sull’inflazione più morbidi del previsto hanno penalizzato lo Yuan cinese, che è una delle poche valute a non approfittare della debolezza del dollaro. Il cambio USDCNY viaggia infatti intorno a 6,89.

Il contraccolpo sullo yuan deriva dal fatto che i dati sull’inflazione hanno aumentato le possibilità che la Banca Centrale possa procedere ad un taglio dei tassi di interesse per stimolare l’economia.
A marzo la PBoC ha effettuato il primo taglio del coefficiente di riserva obbligatoria del 2023, proprio per stimolare la ripresa economica.

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