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ORO, la paura del virus Wuhan spinge verso il retest dei 1600

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La corsa al safe haven per eccellenza finora è stata frenata da un solido livello di resistenza

L’oro ha chiuso il migliore degli ultimi cinque mesi (circa +4% a gennaio), riavvicinandosi verso i 1600 dollari l’oncia dopo averli superati e toccato i nuovi massimi di circa 7 anni.
Se ad inizio gennaio era stato il clima teso USA-Iran a spingere in alto le quotazioni dell’oro, da qualche giorno il bene rifugio per eccellenza viene trascinato al rialzo dalla preoccupazione per la crescita economica, a causa della rapida diffusione del coronavirus Wuhan.

Safe haven e coronavirus

L’Organizzazione mondiale della Sanità ha dichiarato l’epidemia un’emergenza globale, dopo che il virus ha ucciso più di 200 persone.
Dal punto di vista economico, è fuor di dubbio che questo dramma sanitario avrà un impatto sulla crescita globale, ma la grandezza di tali effetti è ancora tutta da valutare.
Lo stesso presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha anche messo in evidenza i rischi di un rallentamento in Cina che potrebbe influenzare anche l’economia degli Stati Uniti, dopo che la banca centrale mercoledì ha mantenuto invariati i tassi di interesse.

Scenario incerto quindi, proprio quello che generalmente sostiene gli acquisti di asset rifugio. Non a caso s’è avuto un forte calo dei mercati azionari, che ha spinto gli investitori verso le attività considerate paradisi sicuri (oltre al gold metal anche yen giapponese e franco svizzero).

Oro al test dei 1600 dollari

Tuttavia, anche se le quotazioni dell’oro continuano a trovare sostegno nello status di safe haven, allo stesso tempo la forte resistenza a $ 1.600 sta mantenendo un freno ai guadagni (come pure il fatto che la domanda di bene fisico, solitamente forte nel periodo del Capodanno cinese, sia quest’anno minata proprio dalla situazione straordinaria in Asia).
Le quotazioni si sono fermate sui 1588 dollari l’oncia, come vediamo sulla piattaforma .

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Quota 2000 possibile?

Molti analisti ritengono che l’oro possa presto arrivare ad attaccare i 2.000 dollari. Tuttavia, affinché questa previsione si concretizzi è necessario che le tensioni di questa fase continuino ancora a lungo, unitamente ad un dollaro USD in affievolimento.
Proprio quest’ultimo aspetto sembra il meno coerente con il quadro attuale. Infatti anche se i rendimenti americani sono molto bassi, il biglietto verde non sta arretrando contro le altre valute.

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