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Dollaro kiwi paga l’avversione al rischio. NZDUSD verso 0,63

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I dati macro arrivati dagli USA hanno smorzato gli entusiasmi riguardo ad una possibile frenata della FED

Giornata altalenante per il dollaro neozelandese, che prima scappa e poi fa una brusca marcia indietro.
Nelle prime ore della giornata, l’ si era apprezzato oltre 0,64, grazie alle notizie provenienti dalla Cina (importante partner commerciale) riguardo all’ammorbidimento delle rigide restrizioni Covid.

Lo scenario è cambiato poche ore dopo, quando gli investitori sono diventati più avversi al rischio, dopo la lettura dei dati ISM non manifatturieri americani migliori del previsto.
Il rapporto ha mostrato che l’attività del settore dei servizi negli Stati Uniti è balzata inaspettatamente a 56,5 al novembre, rimbalzando da un minimo di oltre 2 anni di 54,4 toccato a ottobre, e battendo le previsioni di mercato di 53,3.
Questo indica che la più grande economia del mondo rimane resiliente, nonostante i crescenti venti contrari macro.

Se il rapporto sulle buste paga (Non Farm Payrolls) aveva parzialmente gettato acqua fredda sulle aspettative per un inasprimento meno aggressivo da parte della FED, questi dati hanno ulteriormente raffreddato le speranze di una pausa nell’aggressiva stretta della politica monetaria della Fed (potrebbe permettergli di stringere fin sopra il 5%).

Nonostante i mercati vedano ancora una probabilità dell’80% che la banca centrale statunitense aumenti i tassi di 50 punti base a dicembre, questi dati ottimistici lasciano in bilico ogni decisione, impedendo così al mercato di prendere una direzione decisa.

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