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Cina, la manifattura va in contrazione e lo Yuan traballa. USDCNH sui massimi di 2 anni

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Il PMI manifatturiero è sceso inaspettatamente ad agosto, mancando le previsioni di mercato

Arriva un’altra notizia poco rassicurante per il futuro dell’economia globale. Il PMI manifatturiero della Cina è sceso inaspettatamente a 49,5 ad agosto, rispetto al 50,4 di luglio. Non solo il dato ha mancato le previsioni di mercato (50,2) ma rappresenta il primo mese di contrazione del settore da maggio.

L’indice, che si basa su un’indagine su circa 400 società, ha evidenziato che sia i nuovi ordini che i livelli di acquisto sono diminuiti per la prima volta da maggio, mentre l’occupazione è diminuita per il quinto mese consecutivo. La fiducia, infine, è rimasta invariata e al di sotto del trend storico.

A incidere sulla debolezza della manifattura cinese sono stati anzitutto i lockdown da COVID e la carenza di elettricità.

I problemi economici della Cina continuano a esercitare pressioni sulla PBoC, che di recente ha assunto una posizione molto accomodante, più favorevole a stimolare la crescita.

Questo ha appesantito lo yuan, che si è deprezzato oltre 6,90 rispetto al dollaro (), rimanendo vicino ai livelli più bassi degli ultimi due anni.
Infatti si evidenzia sempre di più una divergenza di politica monetaria rispetto alla Federal Reserve, soprattutto dopo che Jerome Powell ha assunto un severo impegno a ridurre l’inflazione mantenendo i tassi di interesse statunitensi più alti più a lungo.

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