E’ stata un’altra settimana blanda per l’, la terza che finisce con un bilancio negativo. Il metallo giallo ha perso quota 1500 dollari l’oncia, nonostante nei giorni centrali ci sia stato un sussulto delle quotazioni del Gold metal.
La propensione al rischio si fa sentire
Il ritorno della propensione al rischio sui mercati – innescata dai segnali di schiarita sul fronte della guerra commerciale – sta penalizzando la marcia del metallo prezioso.
Non è servito a molto neppure lo sprint che ha fatto seguito al meeting della BCE, che ha lanciato nuove misure espansive, a cominciare dal rilancio del quantitative easing (Qe) a partire da novembre. Subito dopo questo appuntamento, l’ era schizzato verso 1.524 dollari l’oncia, ma il rally non è durato a lungo. Appena un paio d’ore la quotazione è tornata indietro per un altro test al livello di 1.500.
Oro di nuovo sotto la media mobile
Anche la ripresa del dollaro dai livelli inferiori ha contribuito alla ritirata dell’. Alla fine, il prezzo del metallo prezioso è tornato a scivolare ben al di sotto di quota 1500, ma anche sotto la media mobile a 21 periodi, come vediamo sulla webtrader .
Prospettive
L’attenzione al mercato è ora focalizzata sulla riunione della Federal Reserve che ci sarà nel corso della settimana.
Anche se l’ è stato poco brillante nelle ultime settimane, gli analisti credono ancora che ci siano molti fattori a supporto del metallo prezioso (secondo Citigroup addirittura potrebbe arrivare a 2000 dollari l’oncia). A cominciare dai timori di una recessione economica globale, per proseguire con un debito pubblico a rendimento negativo in tutto il mondo, abbinato alle prospettive accomodanti della politica monetaria da parte delle banche centrali globali.
Del resto, se è vero che nelle ultime settimane il Gold metal è andato in calo, è altrettanto vero che si è trattato di variazioni modeste, segno chiaro che i venditori non sono per niente affatto diventati i “padroni” del mercato.