Come accaduto per le altre valute emergenti, anche la Rupia indiana ha beneficiato del clima che si è creato sui mercati dopo le recenti novità riguardo alla FED.
La FED spinge la Rupia
Il presidente della banca centrale americana, Jerome Powell, ha rafforzato le prospettive di un taglio dei tassi d’interesse USA nel meeting che il Fomc terrà a fine mese. Questo ha alimentato l’appeal degli investitori verso le valute emergenti.
Ne ha beneficiato anche la valuta indiana, che giovedì ha toccato quota 68,30 dollari (USDINR). Come possiamo vedere sulla piattaforma , si tratta di un minimo dallo scorso 2 agosto 2018, ben 11 mesi fa.
Quest’anno la Rupia è aumentata dell’1,9% rispetto al biglietto verde, ed ha guadagnato quasi il 9% dai minimi di ottobre 2018.
In parte questo preoccupa le autorità monetarie, dal momento che molte delle valute concorrenti (come lo yuan cinese) si stanno deprezzando, e questo rende i prodotti indiani meno competitivi.
Inflazione indiana sotto il target
Intanto è stato reso noto anche il dato riguardante l’inflazione, che a giugno ha accelerato a un ritmo più rapido del previsto a giugno salendo a 3,18% su base annua. Si tratta del livello massimo da 8 mesi, anche se per l’undicesimo mese di fila rimaniamo al di sotto dell’obiettivo della banca centrale (4%).
Questo dà potenzialmente spazio ad un ulteriore allentamento dei tassi di interesse per stimolare la crescita (il PIL nel primo trimestre è stato il peggiore in 4 anni). Ricordiamo che a giugno la Reserve Bank of India (RBI) ha tagliato il tasso di interesse – per la terza volta di fila – di un quarto di punto al 5,75%, ovvero il livello più basso dal 2010.
La banca centrale dell’India recentemente è intervenuta in modo aggressivo per tutelare la propria valuta, in quanto ha acquistato tra $ 10 miliardi e $ 12 miliardi nelle ultime settimane.