Nel meeting di luglio la Bank of Canada ha lasciato immutato – come previsto – il costo del denaro. La BoC ha mantenuto il tasso di interesse all’1,75%, ma quello che colpisce è il tono più accomodante del previsto della banca canadese.
La Bank of Canada e il tono più accomodante
Nel comunicato, l’istituto centrale ha parlato di crescita dell’economia canadese debole, a differenza del meeting di maggio quando sono stati evidenziati i segni di un’economia domestica solida.
La BoC ha indicato nella tensione USA-Cina un fattore di rischio che sta frenando l’attività manifatturiera e gli investimenti delle imprese (e in definitiva deprime i prezzi delle materie prime).
La banca ha dichiarato di aspettarsi una crescita del PIL dell’1,3% nel 2019 e di circa il 2% nel 2020 e nel 2021. L’aspetto positivo riguarda l’inflazione, che rimane vicina al 2% (cosa che la Fed e la BCE non possono rivendicare).
La mossa futura sul tasso di interesse
Riguardo i tassi, la Bank of Canada non si è mossa esplicitamente verso una direzione (a differenza della Fed e della BCE), ma il tono preoccupato della dichiarazione fa ritenere ai mercati che il prossimo ritocco del costo del denaro sarà più probabilmente un taglio che non una stretta. La prossima riunione di politica monetaria è prevista per il 4 settembre, mentre il mese successivo ci saranno le elezioni federali, altro appuntamento importante.
La reazione del “loonie”
Prima della decisione della BoC, il dollaro canadese (loonie) aveva avuto un fortissimo recupero contro il dollaro USD, grazie all’aumento dei prezzi del petrolio e dopo i commenti del presidente della Federal Reserve Jerome Powell. Dopo le dichiarazioni dell’istituto canadese però c’è stato un forte recupero del cross USDCAD.
La valuta canadese sta perdendo leggermente quota contro Euro (EURCAD), dollaro australiano (AUDCAD) e in misura più sensibile contro il dollaro kiwi (NZDCAD +0,30%).
