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La FED non dà retta a Trump e alza i tassi (ma in futuro rallenterà). USD in recupero

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La Federal Reserve ha alzato il costo del denaro di 25 punti base, al 2,25-2,50%. Tuttavia ha annunciato per il 2019 solo due nuovi possibili rialzi

Il braccio di ferro tra Donald Trump e la FED finisce… pari. La banca centrale americana infatti procede al quarto rialzo dei tassi in quest’anno andando contro la volontà del Presidente, ma taglia quelli in programma per il futuro.
In serata infatti la Federal Reserve ha alzato il costo del denaro di 25 punti base, al 2,25-2,50%. Tuttavia ha annunciato per il 2019 solo due nuovi possibili rialzi, e non più tre.

La frenata della FED si giustifica con la revisione al ribasso delle stime di crescita per quest’anno e per il 2019. Il PIL quest’anno salirà del 3% e non del 3,1% come previsto in precedenza. Nel 2019 invece crescerà del 2,3%, contro il 2,9% stimato finora.
Il governatore Powell tuttavia ha voluto evidenziare che malgrado i segnali di rallentamento, l’economia continua a espandersi al ritmo maggiore da 10 anni, ovvero dallo scoppio della crisi finanziaria. Inoltre la disoccupazione è ai minimi dal 1969, al 3,7%, i salari sono in ripresa, la spesa al consumo continua a crescere.

Riguardo l’inflazione, la FED evidenzia che la progressiva anche se lenta risalita (siamo all’1,8%, quindi vicini al target del 2%), giustifica “di essere pazienti sul fronte dei tassi, guardando avanti”.

Sul mercato valutario, il dollaro ha faticato per l’intera giornata, salvo poi recuperare terreno dopo la decisione della FED. La coppia EurUsd viaggia a 1,1368, dopo aver raggiunto un massimo giornaliero superiore a 1,43.
Possiamo vedere l’andamento della coppia sul famoso broker .

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Il biglietto verde inizialmente era andato in calo contro le altre valute principali, ma poi è finito in territorio positivo contro sterlina (GbpUsd) e Yen (UsdJpy).

La Fed dunque ha deciso di andare avanti per la sua strada, mandando un chiaro segnale ai mercati riguardo la sua indipendenza nel prendere le decisioni monetarie americane, che sono guidate da scelte economiche e non politiche.
Va infine aggiunta una annotazione: c’è una frase in particolare che ha colpito i mercati.
Quella in cui la FED annuncia che “continuerà a monitorare gli sviluppi finanziari ed economici globali e a valutare le loro implicazioni per l’outlook economico”. In sostanza ammette una minore convinzione sul da farsi nel prossimo futuro.

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