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Cina, maggio debole per lo Yuan. Focus sulla tensione commerciale con gli USA

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Lo Yuan cinese nel corso di questa settimana ha toccato il livello più basso di 4 mesi contro il dollaro

La maggior parte delle valute asiatiche ha subito le ripercussioni della ridotta propensione al rischio degli operatori, innescata dalla crisi politica italiana di questi ultimi giorni. Non fa eccezione lo Yuan cinese, che nel corso di questa settimana ha toccato il livello più basso di 4 mesi contro il dollaro.

La coppia UsdCny ha infatti superato il livello psicologicamente importante di 6.4 dollari, giungendo poi verso quota 6.43. Era da gennaio che non si toccavano livelli simili, come possiamo vedere sfruttando la piattaforma del broker .

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Anche se il mese di maggio è stato il peggiore da un bel po’ di tempo a questa parte, se allarghiamo l’orizzonte temporale a tutto il 2018 lo Yuan comunque si è rafforzato contro il dollaro di circa l’1,5%. La valuta cinese aveva toccato il picco verso la fine di marzo, quando aveva raggiunto 6,2418 contro il biglietto verde.

C’è da dire che la People’s Bank of China (PBoC) sta inviando al mercato il messaggio che non sia dispiaciuta affatto dall’attuale intervallo di cambio. E a dirla tutta pare che Pechino sia probabilmente felice di vedere lo yuan indebolirsi rispetto al biglietto verde.
La flessione è stata innescata – oltre che alla già citata tensione alimentata dall’incertezza politica italiana che ha zavorrato l’euro e spinto il dollaro – anche dal timore di una escalation delle tensioni commerciali con gli USA.

I mercati avevano accolto positivamente i progressi nei negoziati tra Stati Uniti e Cina, ma poi le cose sono nuovamente precipitate quando Trump ha dichiarato la propria insoddisfazione per come evolvono le cose.

Ricordiamo che dallo scorso 23 marzo sono entrate in vigore delle misure di protezionismo non solo su acciaio e alluminio, ma anche su una serie di altri prodotti (soprattutto del settore tecnologico). Pechino ha intenzione di denunciare la cosa all’Organizzazione Mondiale del Commercio, e nel frattempo non ha esitato a prendere decisioni di ripicca.
A peggiorare il quando c’è stato l’annullamento dell’incontro tra il presidente USA e il leader nordcoreano Kim-Jong-un, a causa di una “tremenda rabbia e ostilità aperta”.

Malgrado la accertata debolezza dello Yuan, non si ravvedono le condizioni perché si alimenti un’ondata di panico tra i trader, come accadde alla fine del 2015 e 2016. All’epoca la forza del biglietto verde alimentò le vendite sullo yuan, costringendo le maggiori banche statali a vendere dollari per bilanciare gli effetti e sostenere la valuta nazionale.

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