Dopo le forti perdite patite a inizio settimana scorsa, che l’aveano spinto sui minimi di 22 anni rispetto all’USD, il dollaro canadese sembra avere ritrovato un po’ di serenità. il cambio si è stabilizzato attorno a quota 1,43 tornando sui livelli di dicembre scorso.
Sul fronte interno, il report sul mercato del lavoro ha evidenziato una situazione robusta, tale da ridurre l’urgenza per la Bank of Canada di effettuare altri tagli dei tassi. L’istituto centrale aveva espresso delle preoccupazioni sulla debolezza del mercato del lavoro canadese, ma il tasso di disoccupazione è sceso al 6,6%, sorprendendo gli analisti che si aspettavano un aumento del 6,8%.
A favorire il rimbalzo del dollaro canadese è stato il rinvio delle tariffe del 25% sulle esportazioni verso gli USA, anche se quelle da poco annunciate sull’acciaio e l’alluminio (sempre al 25%) riaccendono i timori per le industrie canadesi. Tuttavia il primo ministro Trudeau lavora a ulteriori negoziati per evitare una guerra commerciale con i vicini di casa americani.
Anche il rimbalzo dei prezzi del greggio, a causa delle preoccupazioni sull’offerta, ha sollevato il dollaro canadese che è una valuta notoriamente legata alle materie prime.
Il dollaro canadese scambia così a circa 1,43 (), e scambia in un intervallo di trading abbastanza dopo le enormi della scorsa settimana.
Ciò ha realizzato un pattern broadening formation (megafono), che frequentemente preannuncia una inversione del trend, in questo caso verso il ribasso. Se così fosse, il target potrebbe essere su quota 1,40. Sarà importante vedere se il test della Ema50, attualmente in corso, potrebbe innescare uno slancio al ribasso.
