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Europa, inflazione meglio del previsto: svolta più vicina? Eur-Usd oltre 1,24

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Il mercato infatti guarda alla fine del quantitative easing e alla guidance sui tassi, credendoli più vicini

L’inflazione nell’eurozona rallenta il passo. Teoricamente dovrebbe essere una notizia non proprio positiva, ma le aspettative degli analisti erano peggiori e quindi c’è da tirare un sospiro di sollievo. E soprattutto tutto ciò apre le porte ad un cambio della guidance sui tassi da parte della Bce.

Partiamo anzitutto dai dati, quelli preliminari di gennaio. L’inflazione viaggia all’1,3%, contro l’1,4% precedente. Tuttavia le aspettative erano per una frenata all’1,1%. L’inflazione core (depurata cioè degli elementi volatili come energia e alimentari freschi) è salita all’1,2%. Anche se questo aumento dovrà essere confermato dai dati futuri, si respira un certo clima di ottimismo in merito.

Il report preliminare sull’inflazione fa passare ancora una volta il tono dovish usato di recente da Mario Draghi in secondo piano, come una sorta di bluff guidato dalla prudenza. Il mercato infatti guarda alla fine del quantitative easing e alla guidance sui tassi, credendoli più vicini. Forse addirittura ad aprile, se lo staff Bce dovesse rivedere le stime d’inflazione al rialzo (a marzo).

Dopo i dati di oggi, il mercato valutario ha spinto nuovamente al rialzo la major . La valuta unica si riporta oltre quota 1,24, e rimette nel mirino quell’1,25 che oltre ad essere un massimo pluriennale contro il dollaro Usa ha anche un grosso valore psicologico (Per il biglietto verde si profila una chiusura di gennaio mai così negativa dal 1987: -3% per il ).

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