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Euro-Dollaro spinto in alto da FED, Pil USA e lavoro

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Il cambio EURUSD si sta riavvicinando alla soglia di 1,19, dopo aver toccato la scorsa settimana il livello più debole dall’inizio di aprile

Dopo il meeting della FED, che mercoledì ha confermato la sua condotta molto accomodante, nella giornata di giovedì la BCE ha pubblicato i verbali del suo incontro di politica monetaria.

Nessuna sorpresa, anche la Eurotower ha ribadito che sia i tassi che il programma di acquisto di asset sono strumenti con i quali continuerà ad aiutare la ripresa economica.
Riguardo alla inflazione, l’istituto di Francoforte ha chiarito che il target del 2% potrebbe anche essere temporaneamente superato (oggi in Germania le stime preliminari dell’inflazione hanno evidenziato che è salita al 3,8% anno su anno).

Nel frattempo, sul mercato valutario l’euro torna a viaggiare forte contro il dollaro.
Il cambio EURUSD si sta riavvicinando alla soglia di 1,19, dopo aver toccato la scorsa settimana il livello più debole dall’inizio di aprile.

Incide soprattutto la dinamica del biglietto verde, dopo che la FED ha rassicurato la sua posizione accomodante, senza offrire dettagli sulla tempistica e sui meccanismi del tapering.

Ad allontanare ulteriormente questi pensieri sono i dati odierni, che dimostrano che l’economia Usa non si è surriscaldata più di tanto.
Il Pil Usa del secondo trimestre è cresciuto del 6,5%, meno del +8,5% stimato dal consensus. Deludente è stato anche il report settimanale delle richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione, scese di 24.000 unità a quota 400.000. Il dato è stato superiore alle 382.000 unità attese dal consensus degli analisti.

Il dollar Index è sceso sotto quota 92, il livello più basso in quattro settimane (a inizio luglio era arrivato a 93,19), mentre il rendimento del titolo del Tesoro statunitense a 10 anni si è attestato intorno all’1,26%, vicino ai livelli che non si vedevano da metà febbraio.

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