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Petrolio giù: Brent e WTI indeboliti da dati scorte e numero contagi in Asia

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I prezzi del barile sono scesi a un minimo di quasi una settimana, estendendo le perdite al terzo giorno

Dopo un breve periodo di ottimismo, sul mercato del petrolio tornano a vedersi le nubi. Le quotazioni di e sono infatti nuovamente in calo, sull’onda delle scorte in aumento negli USA e della situazione pandemica che si vive in alcuni grandi paesi importatori (come l’India).

Un aumento inaspettato delle scorte di greggio negli Stati Uniti è stato il fattore scatenante della frenata.
L’ultima rilevazione EIA ha evidenziato che le scorte di greggio statunitensi sono aumentate di 0,594 milioni di barili la scorsa settimana, mentre le scorte di benzina sono cresciute di 0,086 milioni di barili.

Come detto, il sentiment negativo è stato trascinato anche da una recrudescenza dei casi di COVID-19 in Asia, che ha alimentato le preoccupazioni che una ripresa della domanda di carburante possa essere più debole.
L’India giovedì ha visto più di 300.000 casi di virus, il totale globale giornaliero più alto. In Giappone il governo deciderà se dichiarare lo stato di emergenza a Tokyo, Osaka e in altre aree.
Sul mercato si sente anche l’effetto della possibile revoca della sanzioni a Teheran, che porterebbero più output sul mercato.

I prezzi del barile sono scesi a un minimo di quasi una settimana, estendendo le perdite al terzo giorno.
Il del Texas scende dello 0,7% a 60,9 dollari al barile come il del Mare del Nord, sempre in calo dello 0,7% a 64,86 dollari.

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