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Inflazione UE stabile, resta l’incertezza sulle prossime mosse BCE

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Siamo ancora distanti dal target del 2% fissato dalla BCE. Prossimo meeting in politica monetaria a fine ottobre

Rimane stabile l’inflazione nell’Eurozona, cosa che complica il graduale percorso di uscita dal quantitative easing. Il valore della crescita dei prezzi si conferma all’1,5% a settembre nell’area euro, secondo quanto riferito da Eurostat, l’ente di statistica dell’Unione europea, con la stima preliminare. Il valore delude le attese degli analisti, che si attendevano un lieve aumento (1,6%).

Secondo Eurostat, l’inflazione “core”, cioè depurata degli elementi più volatili come alimentari ed energetici, è salita al tasso destagionalizzato dell’1,1% a settembre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (le attese erano per una conferma della lettura di agosto dell’1,2%).

Siamo quindi ancora molto distanti dal target fissato dalla BCE del 2%, il che fa pensare che non avremo grosse novità con il prossimo appuntamento di politica monetaria in programma il 26 ottobre.
Secondo un sondaggio di settembre condotto da Assiom Forex fra i suoi associati in collaborazione con Radiocor Plus, il 55% degli operatori del resto ritiene che l’economia dell’Eurozona non è ancora sufficientemente solida da poter affrontare senza problemi il tapering.

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Come vediamo nello screenshot tratto dal broker , dopo i dati di oggi (soprattutto per effetto del dato record circa il tasso di disoccupazione tedesco), il cambio cambio EurUsd è risalito verso quota 1,18. Il cambio euro/yen (EurJpy) è fissato a 132,82, l’euro/sterlina (EurGbp) a 0,88178 ed euro/franco svizzero (EurChf) a 1,1457.

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