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DOLLARO ancora spento. L’Index sotto quota 90 va verso una perdita annua del 7%

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Rispetto all’euro il deprezzamento annuo del biglietto verde è di poco inferiore al 10%

L’euro sta chiudendo il 2020 continuando a flirtare con quota 1,23 rispetto al dollaro (), ossia il livello più alto dall’aprile 2018, toccato in questi giorni.
Per la valuta unica si prospetta un guadagno annuo di poco inferiore al 10%.
La valuta comune è sostenuta dalla speranza di una ripresa economica più rapida nel 2021, aiutata dal l’approvazione del più grande pacchetto di stimolo mai finanziato attraverso il bilancio dell’UE.
Altri elementi di traino sono il lancio del programma di vaccinazione transfrontaliera dell’Europa, nonché l’accordo su un accordo commerciale post-Brexit, che ha scongiurato il pericolo di una separazione molto traumatica da Londra.

Allo stesso tempo, il massiccio sostegno della politica fiscale e monetaria ha aumentato la propensione al rischio a livello globale e ha intaccato la domanda di dollari USA.
Il sta subendo ancora pressioni di vendita durante questa settimana, ed ha toccato il suo livello più basso in 32 mesi a 89,70, dirigendosi verso una perdita annua di circa il 7% nel 2020.

Il pacchetto di stimolo varato dal Congresso ha alimentato l’ottimismo e penalizzato i beni rifugio (come il dollaro), ma ha anche aumentato le preoccupazioni per l’aumento del livello di debito negli Stati Uniti.
Su tutto però dominano le preoccupazioni per la pandemia. Martedì gli Stati Uniti hanno segnalato 3.725 decessi correlati al COVID-19, il massimo dall’inizio della crisi pandemica.

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