Brusca marcia indietro della sterlina britannica, che viene appesantita dai dubbi sulla sostenibilità fiscale della manovra che sta per essere presentata dal Governo e da alcuni dati macro poco confortanti.
Secondo le ultime notizie, il cancelliere Rachel Reeves sta abbandonando i piani per aumentare l’imposta sul reddito, dopo che l’Office for Budget Responsibility ha ridotto le previsioni sul deficit fiscale da circa 35 miliardi di sterline a circa 20 miliardi. Al posto di aumentare le imposte, è probabile che Reeves utilizzerà gli aggiustamenti delle aliquote e farà delle modifiche ai programmi di sacrificio salariale per aumentare le entrate.
Questa inversione di rotta ha sollevato preoccupazioni sulla disciplina fiscale e sulla stabilità politica del Paese, spingendo gli investitori a ritirarsi dagli asset indicizzati alla sterlina e aumentando la pressione sul debito del Regno Unito.
La valuta è stata ulteriormente appesantita da dati economici più deboli del previsto, con il PIL in crescita solo modesta nel terzo trimestre, mentre il PIL di settembre si è contratto su base mensile. Inoltre il tasso di disoccupazione è salito al massimo degli ultimi quattro anni e la crescita delle retribuzioni in rallentamento al minimo dall’inizio del 2022.
Questi dati deludenti hanno alimentato le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Banca d’Inghilterra il mese prossimo (ora dato al 75% di probabilità), spingendo in discesa la valuta britannica. Il cambio scende verso 1,315. Settimana scorsa la coppia era scesa sul minimo di 7 mesi, dopo aver tagliato prima la media mobile a 50 periodi e poi quella a 200 periodi, inviando così un messaggio fortemente ribassista al mercato.
