Come ampiamente atteso, dopo il taglio fatto a settembre la FED ha abbassato ancora i tassi di interesse. La riduzione di 25 punti base porta il tasso sui fondi federali tra il 3,75% e il 4,00%, livello più basso dal 2022. Non è stata una decisione unanime, perché il membro Miran auspicava un taglio di 50 punti base mentre Schmid (Kansas City) non avrebbe voluto alcun taglio dei tassi.
Ad ogni modo, più che la decisione della FED sono le parole del suo presidente Powell a dare la scossa al mercato.
Nel corso della conferenza stampa di accompagnamento al meeting, Jerome Powell ha dichiarato che non si può dare per scontato che ci sarà un’altra riduzione dei tassi di interesse, in occasione del meeting del 9 e 10 dicembre.
Powell ha spiegato che la FED si trova “in una fase in cui abbiamo tensione tra i due obiettivi (inflazione e lavoro, ndr) e abbiamo delle nette differenze di vedute“. Ha aggiunto che se in precedenza i rischi erano “chiaramente” sbilanciati sull’alta infrazione, adesso lo scenario è cambiato, in particolare dopo le revisioni al ribasso dei dati sul lavoro.
Gli investitori continuano a ritenere probabile un’altra riduzione di 25 punti base a dicembre, in linea con le proiezioni della Fed di settembre, ma a tale mossa viene dato l’88% di probabilità, contro il 90% che avevano all’inizio della giornata.
Ecco perché sul mercato valutario il dollaro ha preso quota dopo le parole di Powell. Il è salito oltre 99, arrivano sul livello più alto dalla metà del mese dove si trova una zona di resistenza tecnica.
Nel frattempo, gli investitori attendono l’incontro Trump-Xi Jinping, che dovrebbe finalizzare un quadro che potrebbe mettere in pausa l’aumento dei dazi statunitensi e i controlli sulle esportazioni di terre rare della Cina.

















